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Mafia e Corruzione, in Lombardia e Piemonte arrestati imprenditori e politici

lentepubblica.it • 7 Maggio 2019

mafia-corruzione-lombardia-piemonteMafia e Corruzione in Lombardia e Piemonte: eseguite misure cautelari per 43 persone, gli indagati sono 95. Coinvolti anche esponenti politici di rilievo.


Associazione per delinquere aggravata dall’aver favorito un’associazione di tipo mafioso, e finalizzata al compimento di più delitti di corruzione, finanziamento illecito ai partiti politici, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, false fatturazione per operazioni inesistenti, auto-riciclaggio e abusi d’ufficio.

Questa è la lista dei reati per mafia e corruzione in Lombardia e Piemonte. Emesso un provvedimento cautelare personale nei confronti di 43 persone. Di queste 12 in carcere, 16 agli arresti domiciliari, tre all’obbligo di dimora e 12 all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Nella maxi operazione in corso tra Piemonte e Lombardia sono impegnati 250 militari della Guardia di finanza di Varese e dei Carabinieri di Monza-Brianza. E sono stati coinvolti anche esponenti politici di rilievo.

Le misure cautelari riguardano, tra gli altri, il consigliere comunale di Milano Pietro Tatarella, candidato di Forza Italia alle Europee, e il sottosegretario azzurro della Regione Lombardia Fabio Altitonante. I magistrati hanno anche presentato una richiesta di arresto per il parlamentare di Forza Italia Diego Sozzani, accusato di finanziamento illecito ai partiti.

I provvedimenti sono stati emessi dal gip del Tribunale di Milano Raffaella Mascarino, su richiesta della Direzione distrettuale Antimafia di Milano. Al termine di un attività investigativa sviluppata dalla Gdf di Busto Arsizio e dai Carabinieri di Monza, che hanno fatto emergere, come spiegano gli investigatori

“l’esistenza di due sodalizi criminali, attivi nelle province di Milano e Varese, costituiti da esponenti politici, amministratori pubblici e imprenditori, dediti alla commissione di più delitti di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio e turbata libertà degli incanti, finalizzati alla spartizione e all’aggiudicazione di appalti pubblici”.

Il reato associativo è stato contestato a nove delle 95 persone complessivamente indagate.

Fonte: Agenzia DIRE (www.dire.it)
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